La prima udienza del ricorso al Tar presentato dalla Casa delle Donne (depositato il 14/12/2010) contro la delibera Cota sulla applicazione della 194 in Piemonte si è tenuta il 19 gennaio 2011. La delibera immette di fatto, ricordiamo, le associazioni pro – vita – e solo quelle – nei consultori, dando la possibilità di intervenire in maniera alternativa al personale sanitario nel primo colloquio con le donne che intraprendono il percorso di i.v.g. Questo il comunicato stampa:
“Torino, 19 gennaio 2011
Oggi, presso il Tar Piemonte,si è svolta la prima udienza relativa al ricorso presentato dalla Casa delle donne di Torino contro la delibera della Giunta Regionale che consente l’ingresso nei consultori dei volontari delle associazioni Pro Vita. La Delibera stabilisce che tale ingresso è consentito solo a quelle associazioni che hanno nello statuto la finalità della “tutela della vita sin dal concepimento”.
Il Tribunale ha fissato per la discussione nel merito l’udienza del prossimo 8 giugno.
Le avvocate Mirella Caffaratti e Arianna Enrichens, che rappresentano la Casa delle donne di Torino,auspicano chenell’attesa dell’udienza, data la delicatezza della questione, la Regione Piemonte siastenga dal procedere a qualsiasi atto discriminatorio, attuativo della delibera oggetto del ricorso.
Qualora questo si verificasse gli atti posti in essere dalla Regione Piemonte saranno immediatamente impugnati.”
Vi invitiamo a leggere anche l’articolo scritto da Roberta Padovano di “Donne in viaggio”.
Come annunciato nel comunicato precedente, sono stati raccolti in breve tempo e presentati al Difensore Civico della Regione Piemonte ben 412 reclami. Alcuni giorni dopo, l’indagine e l’intervento del Difensore Civico sono stati pubblicati sul sito della Regione, che vi invitiamo a consultare.
8 GIUGNO 2011 ORE 11,30 – UDIENZA AL TAR SUL RICORSO PRESENTATO DALLA CASA DELLE DONNE CONTRO LA DELIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE PIEMONTESE CHE INTRODUCE I VOLONTARI DEL MOVIMENTO PER LA VITA NEI CONSULTORI …
L’8 giugno si è tenuta l’udienza nella quale è avvenuta la discussione del ricorso presentato dalla Casa delle Donne contro la Delibera della Giunta Regionale piemontese, che introduce i volontari del Movimento per la vita nei consultori, nell’ambito del percorso sanitario dell’IVG.
Dopo mesi, nei quali tutte abbiamo lavorato, cercando di mantenere viva l’attenzione sulla questione, vigilando che la Regione non compisse atti attuativi della delibera impugnata, è arrivata l’udienza, a seguito della quale il TAR, fra circa venti giorni, pronuncerà la propria sentenza.
Come è noto, nella causa, si era costituito, oltre alla Regione Piemonte e a sostegno delle scelte della Giunta, il Movimento per la Vita, sia torinese che nazionale, quello stesso con il quale Cota, durante la campagna elettorale, strinse il cosiddetto “patto per la vita”.
All’udienza, erano, di conseguenza, presenti, la Regione Piemonte con la sua avvocata Chiara Candiollo, il Movimento per la vita, con il suo presidente nazionale, on. Carlo Casini, anche in veste di avvocato difensore.
Come sappiamo, la Casa delle donne è stata rappresentata dalle avvocate Milli Caffaratti e Arianna Enrichens.
L’associazione Activa, anch’essa ricorrente e facente riferimento al consigliere regionale Andrea Stara, era rappresentata dall’avv. Antonio Ciccia.
Davanti al TAR, si è tenuto un efficace e ben visibile presidio: tanti cartelli, striscioni, tanta partecipazione di donne di tutte le età.
Quanto alle istituzioni, erano presenti, fra le altre/i, Lucia Centillo e Silvio Viale, consiglieri comunali di Torino e Eleonora Artesio, consigliera regionale.
Sul finire dell’udienza, è giunto anche il consigliere Andrea Stara.
Ci dispiace aver dovuto constatare che, mentre a rappresentare il Movimento per la vita erano presenti i suoi massimi esponenti, anche in notevole numero, a sostegno delle parti ricorrenti, l’opposizione in Consiglio regionale abbia brillato per la sua quasi totale assenza.
Questa assenza dura dall’inizio di questa battaglia.
Il dibattimento si è incentrato sulle questioni salienti del ricorso; le nostre avvocate hanno evidenziato tutti gli aspetti di illegittimità della delibera impugnata; hanno risposto con determinazione e chiarezza alle tante domande di natura giuridica, che sono state loro rivolte dal Tribunale, cercando di chiarire gli evidenti profili di illegittimità e di discriminatorietà della delibera.
Dall’altra parte, sia la Regione Piemonte che il Movimento per la vita hanno, invece, portato argomentazioni esclusivamente di contenuto ideologico, nel perfetto solco delle loro solite posizioni, pregiudizialmente contro l’autodeterminazione e la libertà delle donne e con continui riferimenti al “concepito”, soggetto al quale riservano la priorità.
Fra venti giorni circa, sarà resa nota la decisione del TAR.
Appena possibile, manderemo in rete un invito alla discussione su come portare avanti questa nostra battaglia, anche in vista dei possibili esiti giudiziari.
Qualunque sia l’esito, comunque, riteniamo necessario che le rappresentanti dell’opposizione in Consiglio Regionale, tutte insieme, questa volta, si impegnino al nostro fianco.
Casa delle donne di Torino
——
COMUNICATO STAMPA
In data 15 luglio, il TAR Piemonte ha pronunciato sentenza di accoglimento del ricorso promosso dalla Casa delle Donne di Torino, con le avvocate Mirella Caffaratti e Arianna Enrichens contro la Delibera della Giunta Regionale piemontese, che introduce i volontari del Movimento per la Vita nei Consultori, nell’ambito del percorso sanitario dell’IVG.
La sentenza, con ampia motivazione, ha annullato il Protocollo della Giunta Regionale piemontese, nella parte in cui prevede la possibilità di ammettere alle convenzioni con le ASL unicamente le associazioni che possiedano nel proprio statuto il requisito della “difesa della vita fin dal concepimento”.
Si trattava, all’evidenza, di un requisito illegittimo, discriminatorio e per nulla coerente con il percorso sanitario dell’interruzione volontaria di gravidanza.
La Casa delle Donne, tutte le associazioni di donne di Torino e le donne Cgil che hanno sostenuto il ricorso, esprimono viva soddisfazione per la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale e confidano che la Regione Piemonte si conformi al dettato della sentenza del Tar.
Casa delle Donne di Torino
Il testo della sentenza è disponibile al seguente link: Testo sentenza
L’arroganza di Cota
Con tempistica assolutamente eccezionale Cota, anziché decidere in merito all’applicazione dei ticket, ha ripresentato la delibera sull’introduzione delle associazioni pro vita nei consultori pubblici della Regione Piemonte; queste sono le modifiche apportate ai requisiti soggettivi delle associazioni, cioé nella parte bocciata dal TAR:
nella vecchia versione:
– presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento e di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato.
Nella nuova versione:
– presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento e/o di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato: in assenza del presente requisito soggettivo, è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno alle donne ed alla famiglia.
Quanto segue è un primo comunicato delle Consigliere dell’opposizione:
ARTESIO, BRESSO, CERUTTI, MANICA. MOTTA E PENTENERO: QUALI SONO LE PRIORITÀ DEL PRESIDENTE COTA E DELLA SUA GIUNTA? NON DECIDONO SUI TICKET, MA RIAPPROVANO LA DELIBERA SULLA PRESENZA DELLE ASSOCIAZIONI PRO VITA
“I piemontesi attendono da venerdì una decisione della Giunta Regionale in merito alla applicazione dei ticket decisi dalla manovra finanziaria del Governo, rispetto ai quali molti si sono espressi (le opposizioni in Consiglio Regionale) affinché il Piemonte adotti la scelta di altre regioni per rinviarne l’introduzione fino al 2012”, sottolineano le consigliere regionali Eleonora Artesio, Mercedes Bresso, Monica Cerutti, Giuliana Manica, Angela Motta e Gianna Pentenero.
“L’incertezza regionale ha già prodotto comportamenti contradditori nelle strutture sanitarie e le giustificazioni politiche finora addotte dal Presidente e dall’assessore al Bilancio sono fumose: dalla preoccupazioni economiche (che evidentemente non avvertivano quando venerdì scorso Cota comunicava ai giornali di avere la spesa sanitaria sotto controllo), all’ipotesi di fasce di reddito differenziate”.
“Nel perdurare della confusione, la Giunta regionale si è però riunita e con l’impulso diretto del Presidente ha adottato una delibera riguardante il “Protocollo da applicarsi nei consultori nel percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza”. E’ di venerdì scorso la sentenza del Tar che annullava la delibera regionale volta a introdurre i volontari del Movimento per la vita nei consultori e è sempre di venerdì la manovra finanziaria che introduce i ticket. Cota ignora la seconda, ma si precipita a confermare la propria volontà di modificare i comportamenti dei servizi sanitari pubblici, al solo fine di compiacere coloro dai quali ha avuto sostegno elettorale che contano evidentemente di più di tutte/i le/i piemontesi. Il contenuto della nuova delibera sui consultori è discutibile e soprattutto non può produrre alcun effetto immediato che giustifichi tanta urgenza, dovendo le Asl procedere a eventuali stipule di convenzioni successive”.
“Come già fatto sulla prima deliberazione bocciata dal Tar vigileremo sulla legittimità di questa nuova edizione e soprattutto non mancheremo di mantenere come principio di riferimento la legge 194, la tutela dell’autodeterminazione della donna, l’indipendenza dei servizi pubblici a tutela delle persone. Per ora prevale l’indignazione per un comportamento privo di motivazione, indifferente ai sentimenti prevalenti di preoccupazione nei confronti delle conseguenze sulla tutela della salute delle nuove restrizioni imposte dal livello nazionale, arrogante nella esibizione delle proprie ideologie e di quelle dei suoi supporter: tutti stili che non si addicono a un’istituzione e al presidente della stessa”.
Torino, 19 Luglio 2011
Come avrete appreso dai mezzi di informazione, la Giunta regionale ha emesso, il 19 luglio – a soli quattro giorni dalla pubblicazione della sentenza del TAR che accoglieva il ricorso intrapreso dalla Casa delle Donne di Torino contro la precedente delibera che introduceva i volontari del movimento per la vita nell’ambito del percorso sanitario dell’interruzione di gravidanza – una nuova delibera “rettificata” sulla base delle indicazioni espresse nella sentenza stessa.
La sentenza, con ampia motivazione, annullava il Protocollo della Giunta nella parte in cui prevedeva la possibilità di ammettere alle convenzioni con le ASL unicamente le associazioni che possiedono nel proprio statuto il requisito della “difesa della vita fin dal concepimento”.
La tempestività con cui la Giunta regionale si è mossa, lasciando da parte impegni ben più urgenti – come la decisione sull’applicazione dei ticket sanitari previsti dalla Finanziaria – è l’ennesima dimostrazione della pervicacia e dell’arroganza con cui il presidente della Regione Piemonte, Cota, persegue “il pagamento” della sua obbligazione contratta con il Movimento per la vita in campagna elettorale.
Questo aspetto è stato sottolineato in un primo comunicato che ha visto unite tutte le Consigliere regionali dell’opposizione (Artesio, Bresso, Cerutti, Manica, Motta, Pentenero), le quali hanno espresso la propria indignazione e si sono impegnate a “vigilare sulla legittimità di questa nuova edizione della delibera, mantenendo come principio di riferimento la legge 194, la tutela dell’autodeterminazione della donna, l’indipendenza dei servizi pubblici a tutela delle persone”.
Sulla base della nuova delibera rettificata, che prevede, tra gli altri requisiti, la “presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento e/o di attività specifiche che riguardino il sostegno alla maternità e alla tutela del neonato: in assenza del presente requisito soggettivo è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno alle donne e alla famiglia”, e in accordo con le nostre avvocate, Mirella Caffaratti e Arianna Enrichens, pensiamo di dover proseguire nell’azione legale di contrasto a questo provvedimento, coinvolgendo altri soggetti sia collettivi che individuali.
Ci sembra però evidente che la sola azione legale non può bastare. Chiediamo a tutti i gruppi, le associazioni, le singole persone di mobilitarsi, unendosi a noi in questo nuovo percorso di lotta.
Invitiamo a una prima riunione per discutere e intraprendere iniziative comuni:
martedì 6 settembre 2011, alle ore 21.00 nel salone dell’Antico Macello in via Matteo Pescatore 7 a Torino.
Assemblea pubblica regionale per discutere delle iniziative contro la delibera con la quale la Giunta Regionale introduce i volontari del movimento per la vita nei consultori pubblici
SABATO 24 SETTEMBRE 2011, ORE 15-18
Aula Magna dell’Istituto “Amedeo Avogadro”, via Rossini 18, Torino
NUOVO ATTACCO ALL’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE!
Riassunto delle puntate precedenti
A metà novembre 2010 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza, con il quale viene consentito l’ingresso nei consultori familiari pubblici esclusivamente alle associazioni cosiddette “pro-vita”. Dopo l’Assemblea del 30 novembre nell’Aula Magna dell’Istituto Avogadro, la Casa delle Donne di Torino, il 14 dicembre 2010, ha presentato ricorso al TAR contro il Protocollo.
Il TAR, con sentenza del 15 luglio 2011, ha annullato il Protocollo della Giunta nella parte in cui ammetteva alle convenzioni con le ASL soltanto le associazioni che possiedono nel proprio statuto il requisito della “difesa della vita fin dal concepimento”. Dopo soli 4 (!!!) giorni dalla pubblicazione della sentenza, la Giunta Regionale ha emesso il 19 luglio una nuova delibera “rettificata”, ma la sostanza non è cambiata. La Giunta si è ben guardata infatti dall’eliminare questa condizione di favore, limitandosi ad aggiungere: “in assenza del presente requisito soggettivo è sufficiente il possesso di un’esperienza almeno biennale nell’ambito del sostegno alle donne e alla famiglia”.
La partita che si gioca e le iniziative da prendere
A discutere il ricorso è venuto in persona l’avvocato Carlo Casini, presidente della Federazione che riunisce i movimenti e i centri di aiuto alla vita di tutta Italia.
Nella nuova delibera si dispone che le Asl procedano alla redazione degli elenchi delle associazioni ammesse e alla stipula delle convenzioni. Piemonte, Lombardia e Lazio costituiscono una sorta di terreno di prova per lo smantellamento dall’interno della Legge 194 e dei servizi consultoriali, per procedere alla privatizzazione della salute.
Si tratta quindi di avere respiro lungo e di pensare molte iniziative su fronti diversi, dalla battaglia legale alle mobilitazioni contro l’applicazione della delibera.
Pensiamo che sia giusto e necessario:
· proseguire nell’azione legale coinvolgendo anche altri soggetti
· vigilare sui provvedimenti di applicazione della delibera
· mobilitarci per manifestare il nostro dissenso in tutta la regione con iniziative pubbliche.
Le donne compiono già le loro libere scelte non secondo appartenenze, vincoli, idee predeterminate ma secondo i legami che nascono da vite scelte, puntuali, individuali a cui nessuno si può sovrapporre.
La posta in gioco è l’autodeterminazione, ed è fondamentale!
Donne di Torino per l’Autodeterminazione
Intanto in città…
Abbiamo avuto recente notizia che è stato affisso sulle pareti di un poliambulatorio dell’ASL TO2 un manifesto raffigurante un embrione all’8° settimana sovrastato dalle scritte”MAMMA TI VOGLIO BENE”, SCEGLI LA VITA” e “VIVA LA VITA”.
Risulta che tale affissione sia avvenuta per ordine della Direzione Aziendale.
L’arroganza di questo messaggio e la violenza che esso esercita nei confronti di quelle donne che non hanno alcuna alternativa alla scelta di interrompere la gravidanza, sono da rigettare con forza.
Ancora una volta anziché occuparsi degli immensi problemi della sanità pubblica, si indirizzano “ordini”, risorse, attenzioni ad intromettersi nelle scelte di vita spesso molto complesse e private delle donne.
L’attacco all’autodeterminazione delle donne sembra essere una sorta di fissazione che ci accompagna sin dall’inizio della campagna elettorale di Cota.
Chiediamo che non venga tollerata l’affissione di questii manifesti in una struttura pubblica!!!
La casa delle Donne di Torino
Come deciso nell’Assemblea di sabato scorso tenutasi all’Istituto Avogadro, il prossimo appuntamento per iniziare ad organizzare le iniziative di mobilitazione contro la nuova delibera della Giunta Regionale che introduce i volontari pro-vita nei consultori è
Mercoledì 5 ottobre 2011 alle ore 21
Salone dell’Antico Macello di Po, Via Matteo Pescatore 7 – Torino
Scarica un breve resoconto degli interventi dell’assemblea dell’Avogadro (.doc, 40 Kb).
COTA IMPAZZA??? LE DONNE IN PIAZZA!!!
Il TAR ci aveva dato ragione… ma Cota non demorde. Dopo il successo del nostro ricorso contro la delibera che ammetteva nei consultori solo i volontari di associazioni che tutelano la vita fin dal concepimento, ecco che la Regione è stata prontissima a presentare una nuova delibera.
Intanto le nostre avvocate hanno già presentato un nuovo ricorso.
DONNE IN PIAZZA: DOVE E QUANDO? – – – –
S A B A T O 29 O T T O B R E 2011
PRESIDIO in PIAZZA CASTELLO dalle ore 15.00 alle ore 18.00
– Per incontrarci con donne delle altre regioni che hanno le nostre stesse disgrazie: Veneto, Lazio e Lombardia
– Sarà rappresentata una azione scenica dal titolo “Salute, donne!” tratta dallo spettacolo teatrale del Coordinamento Donne SPI Torino
– Aperitivo: brinderemo alla “salute” delle donne con uno spritz di rabbia!
Scarica la locandina (.pdf, 300Kb), e diffondila!
Informazioni e contatti: Casa delle Donne via Vanchiglia 3
Tel. 011 8122519 – casadelledonne@tin.it
scrivici per essere inserita nella lista di posta!