Le prime origini del gruppo torinese risalgono all’incontro con le Donne in Nero di Gerusalemme nell’agosto 1988, cioè dal “Campo di pace” organizzato con donne palestinesi ed israeliane cui partecipammo in 68 dall’Italia. “Visitare luoghi difficili” è la denominazione utilizzata inizialmente. Vale la pena di ricordare lo scambio positivo con l’Associazione per la pace e tanti gruppi e associazioni di donne. Ricordiamo tra le iniziative l’affidamento a distanza di circa 70 bambine palestinesi, con periodi di vacanza per alcune in Italia che sono proseguiti dal 1990 al 1992, e l’adozione a distanza di una prigioniera politica palestinese e il sostegno ai suoi figli, in collaborazione con donne israeliane.
A Torino tra maggio e giugno del 1990 decidemmo di manifestare in nero per cinque venerdì in una piazzetta del centro “per essere vicine alle palestinesi con le modalità delle israeliane”.
Nell’autunno 1990, con l’aggravarsi della crisi del Golfo, aumenta la partecipazione al gruppo per l’esigenza di esprimere l’estraneità alle scelte belliche che sia il nostro che altri governi si apprestano a compiere; anche noi, come le israeliane, vivevamo ora due lutti: quello per le morti e le distruzioni che le armi stavano producendo e quello per le scelte di adesione alla guerra prevalse nella nostra società.
Nel gennaio e febbraio 1991organizzammo uscite in nero periodiche a Torino contro la prima guerra del Golfo e partecipammo a iniziative pacifiste comuni anche con altri gruppi per sostenere la campagna per la “obiezione fiscale alle spese militari”, impegnandoci non solo a propagandarla tra le donne, ma soprattutto a caratterizzarla con indicazioni “di genere” per le somme raccolte.
Nel pieno della prima guerra del Golfo promuovemmo una raccolta di contributi su “Pace e guerra in Medio Oriente: percorsi di donne” (Inchiesta n° 91–92, gennaio – giugno 1991) che pubblicò insieme scritti di donne palestinesi, israeliane ed italiane. “Io donna contro la guerra” è il nome che si diede in quel periodo il gruppo di Torino. Io: soggetto in prima persona; donna: fedele al mio genere, rivendico il diritto al dolore ed al lutto con un nero collettivo scelto e do diritto di esistenza alle emozioni senza soffocarle di parole, ma esprimendole a modo mio col corpo fermo, in piedi, vestito di nero; a questa azione di violenza voluta, decisa e portata avanti da uomini io non partecipo, ma neppure accetto di subirla passivamente.
1991-1995: Iniziò il nostro rapporto con i Balcani ormai in guerra, dove nel frattempo era sorto il gruppo delle Donne in Nero di Belgrado, ci furono contatti e scambi con donne balcaniche e nell’aprile 1993 invitammo donne di Belgrado e Zagabria che parlarono anche in piazza a Torino il 1° maggio. Il consolidamento dei nostri rapporti avvenne nell’estate 1993, quando organizzammo una carovana per Novi Sad dove si svolse l’incontro internazionale delle Donne in nero e Donne per la pace, portando anche donne croate insieme a donne di tutta Italia. Il viaggio si ripetè negli anni successivi pur con difficoltà crescenti, tanto che nel 1995 le donne furono fermate alla frontiera serba; da allora la partecipazione rimase costante ogni anno, fino al 2001, quando si decise di spostare il luogo dell’incontro internazionale fuori dai Balcani. Negli stessi anni instaurammo rapporti con gruppi di donne algerine impegnate nella resistenza contro i fondamentalisti che imperversavano in Algeria con aggressioni e stragi in particolare nei confronti delle donne; realizzammo varie iniziative sia con inviti politici sia con forme di solidarietà.
1995: Alcune di noi parteciparono a Huairou al Forum Mondiale delle donne, in occasione della Conferenza di Pechino promossa dalle Nazioni Unite e presero contatti con la rete più vasta delle Donne in nero.
1995-1999: L’identità come Donne in Nero si consolidò in quegli anni attraverso una maggiore intensità di scambi con i Balcani e riflessioni sulla militarizzazione della nostra società che portarono a un impegno particolarmente intenso nella primavera del 1999con iniziative contro i bombardamenti della Nato su Serbia e Kosovo. Diminuirono, senza cessare, viaggi e scambi con le donne di Israele e Palestina. Si allargarono e si stabilizzarono le reti nazionali e internazionali di Donne in nero, cui partecipammo.
2000: Partecipammo a Bruxelles alla Marcia mondiale delle donne, essendoci impegnate nella sua preparazione con riflessioni con sguardo di donne su globalizzazione e problemi internazionali; discutemmo sulle modifiche del servizio militare italiano, la fine della leva e l’ingresso delle donne nell’esercito. La seconda intifada riaccese l’attenzione sulla situazione palestinese. Dall’autunno alla primavera le Donne in Nero italiane organizzarono settimane a staffetta di presenza e incontri, “Io donna vado in Palestina”, cui partecipammo.
2001: Accompagnate da riflessioni e iniziative contro la dimensione anche militare della globalizzazione economica, fummo a Genova sia a giugno al “Punto-G”, iniziativa delle donne contro il G8, sia a luglio nelle manifestazioni di tutto il movimento. Dal settembre e dall’inizio dell’attacco degli USA in Afghanistan fummo sempre più coinvolte nell’opposizione alla cosiddetta “guerra globale al terrorismo”.
2001-2003: Realizzammo con altri e altre di Torino il progetto “Percorsi di empowerment delle donne a Torino e Gaza”, avendo come partner il gruppo di donne del “Women Empowerment Project” che incontrammo più volte a Gaza.
2003-2005: Siamo state impegnate e abbiamo collaborato con altri gruppi nelle iniziative locali e nazionali contro la seconda guerra del Golfo. Abbiamo partecipato all’organizzazione dell’incontro internazionale di 400 Donne in Nero a Marina di Massa. Ha avuto inizio il progetto “Epic” con donne delle città di Gaza e Haifa, che ha affrontato il tema della violenza sulle donne; questo progetto è proseguito fino al 2006, con scambi culminati in un seminario del settembre 2005 a Torino, cui hanno partecipato donne di entrambe le città. Nell’agosto 2005 abbiamo partecipato al grande incontro internazionale delle Donne in Nero che si è tenuto a Gerusalemme.
2006-2007: Abbiamo continuato l’elaborazione sulla militarizzazione nel nostro paese e nel mondo, sulla produzione e commercio delle armi, sull’uso mediatico della paura e del concetto di “sicurezza”. Su questo tema abbiamo lavorato anche per l’incontro internazionale delle Donne in Nero che si è tenuto a Valencia nell’agosto 2007.
Nel corso degli anni abbiamo sempre continuato a incontrare studenti nelle scuole, a organizzare serate, conferenze e incontri con donne dei “luoghi difficili”, a uscire in nero ogni mese con il nostro volantino che trattava i temi emergenti; oltre, naturalmente, a partecipare a manifestazioni e iniziative con altri e altre.