Le donne in nero di Torino hanno manifestato contro il massacro di Gaza come tante altre donne in nero in Italia e nel mondo. Abbiamo distribuito i nostri volantini il 27 dicembre, il 3, il 9 e il 17 gennaio. Abbiamo fatto più spesso del solito le nostre tipiche uscite di donne in nero ma abbiamo anche partecipato alle altre manifestazioni cittadine con le nostre parole.
Ci hanno rincuorate le telefonate (quando siamo finalmente riuscite a prendere la linea!) con le amiche di Gaza: Hekmat e Ayyat, amche con cui abbiamo lavorato per un progetto contro la violenza sulle donne, e che avrebbero dovuto venire a Torino a novembre per incontrare noi e le amiche israeliane coinvolte nello stesso progetto: ma è stato loro impedito di uscire dalla Striscia di Gaza. Sappiamo che sono vive con i loro famigliari, e da loro abbiamo saputo che anche Manal, a Rafah, è viva. Sembra poco, ma di questi tempi è già molto…
Continuiamo a ricevere informazioni direttamente dalle nostre amiche, sia israeliane che palestinesi: in particolare dalle donne in nero ebree di Israele, che in questi giorni hanno manifestato più volte, senza che in Italia i media ne abbiano dato notizia.
Gennaio 2009 – Frammenti da Khan Younis
La vita quotidiana nella città di Khan Younis nella Striscia di Gaza, nel racconto di una donna, femminista e pacifista, nostra amica. Scarica il documento completo: Frammenti da Khan Younis (.doc, 77 Kb)
3 gennaio 2009 – Non c’è pace senza giustizia
L’attacco israeliano,premeditato e preannunciato, in corso a GAZA è un massacro, è un crimine di guerra e nessuno lo dice. Gli inviati dei TG nazionali più che da giornalisti parlano da veline-portavoce dell’esercito israeliano. Infatti ci sono state proteste e manifestazioni alla RAI per la mancanza di verità e di obiettività.
In pochi giorni più di 400 morti, migliaia di feriti,distruzione e disperazione in un luogo, la Striscia di Gaza, già disperato perché chiuso da un assedio brutale da quasi due anni, prigione a cielo aperto,dove un milione e mezzo di persone vengono private di cibo, acqua, elettricità, farmaci e cure mediche, in violazione dei diritti umani più elementari e del diritto internazionale.
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9 e 17 gennaio 2009 – Il massacro di Gaza ci riguarda
Fermare il massacro di Gaza non è un problema degli “islamici” o delle donne e degli uomini arabi, ma di tutte e tutti noi, come l’apartheid in Sudafrica non era un problema dei “neri” ma di tutte e tutti noi. È un problema di pace e di giustizia che riguarda la responsabilità personale di ciascuna e ciascuno di noi.
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Foto: Manifestazione delle Donne in Nero ad Alba.
30 gennaio 2009 – Tra le macerie di Gaza che cosa resta?
La devastazione prodotta dalle forze armate israeliane in 23 giorni di guerra resta lì a testimoniare l’orrore compiuto. Oltre 1300 i morti e più di 5000 i feriti palestinesi. 13 gli israeliani morti (10 soldati e 3 civili). Nella Striscia di Gaza migliaia di case e palazzi, molte scuole, 20 moschee, la rete idrica ed elettrica sono state distrutte. Sedi ONU, ospedali e ambulanze sono state colpite.
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Marzo 2009 – Israele | Palestina: Il muro della disinformazione
Il 25 marzo 2009 si è tenuto il seminario “Israele | Palestina: Il muro della disinformazione”; come contributo alle riflessioni le Donne in Nero hanno preparato un dossier che raccoglie articoli, lettere, interviste, provenienti da varie fonti.
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Marzo 2009 – Palestina, terra negata
Dal 1976 il 30 marzo è stato proclamato dai palestinesi “Giornata della Terra” per protesta contro le progressive espropriazioni compiute ai loro danni dallo Stato di Israele che rendono difficile e dura la vita di chi è in Palestina ma almeno altrettanto dura è la condizione di chi è diventata/o profuga/o o esule in altri paesi.
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Giugno 2009 – Palestina: una tragedia che ci riguarda
Anche nell’ultimo venerdì del mese di giugno 2009, noi Donne in nero di Torino siamo state in piazza a manifestare, come ormai da tempo. Abbiamo scelto di riparlare di Palestina sperando di sollecitare un interesse che sembra spento nell’informazione e nella sensibilità – o insensibilità – diffusa. Vorremmo che la tragedia senza fine dei e delle palestinesi fosse percepita nella sua dimensione almeno da qualche torinese non troppo distratto: in un volantino non è possibile trasmettere tutto quello che vorremmo e la complessità della situazione, ma abbiamo tentato di indicare alcuni problemi nel modo più chiaro che ci è stato possibile.
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