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Cittadinanza a Marisela Ortiz

Il 4 novembre 2008 il Consiglio Comunale di Torino ha approvato la mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria a Marisela Ortiz de Rivera, di Ciudad Juarez.

Marisela Ortiz de Rivera, psicologa messicana, attivista dei diritti delle donne e dei diritti umani nella associazione Nuestra Hijas de Regreso a Casa, che combatte il femminicidio di Ciudad Juarez, fenomeno tristemente noto grazie alla denuncia di Amnesty International e di numerose associazioni.
La proposta era stata avanzata da Tati Almeyda (Madre de Plaza de Mayo e a sua volta  Cittadina onoraria di Torino), Patricio Bustos (Direttore Nazionale dell’ Istituto di Medicina Legale Ministero di Giustizia Chile), da professori universitari ed esponenti della società civile, e da diverse associazioni: Amnesty International, Sur, Arci, Donne di Sabbia, Casa delle Donne, Donne in Nero.
Marisela Ortiz sarà a Torino dall’8 al 10 dicembre: si stanno preparando un convegno universitario e una iniziativa al Museo Diffuso della Resistenza. Si spera che in quella occasione si riuscirà anche a organizzare la cerimonia di conferimento della cittadinanza.

Nuove minacce a Ciudad Juarez contro Nuestras Hijas de Regreso a Casa

Lo scorso giovedì 30 ottobre durante la notte, un commando di diversi uomini che viaggiavano su una macchina scura senza targa e con i vetri polarizzati, è arrivata alla porta della casa di Maria Luisa Andrade e ha lasciato una cartolina di circa un metro quadrato con una legenda piena di minacce e insulti avvertendo che avrebbero fatto del male ai suoi figli se non abbandonava la ricerca sul femminicidio. Poi hanno lanciato una pietra contro una delle finestre affinché il rumore dei vetri rotti attirasse l’attenzione.
In particolare possiamo associare questa aggressione alla proiezione di venerdì scorso della prima del film “Bajo Juarez” in quasi tutte le sale cinematografiche di Ciudad Juarez: un documentario di denuncia contro i personaggi potenti di questa città e che mette in evidenza la negligenza delle autorità e la loro possibile tolleranza rispetto ai crudeli omicidi di donne.

Monica Livoni Larco
per Donne di Sabbia

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