Nata a Cortemilia, nelle Langhe, amo girarle in bici e in vespa l’estate. D’inverno, faccio la femminista e tempo strapieno e continuerò finché mi diverto. Ho incominciato con Alternativa femminista nel ’73, poi nel ’74 con Intergruppi e il Gruppo del sabato (pratica dell’inconscio); nel ’75-78 Coordinamento Consultori, Gruppo storico, e finalmente la redazione del Bollettino delle Donne. Dal ’79 sto alla Casa delle Donne, faccio parte di Produrre e Riprodurre, e ultimamente ho preso a viaggiare per il Network europeo delle Donne.
Nota autobiografica contenuta in I Quaderni dell’associazione culturale Livia Laverani Donini, n. 2 Raccontare e Riflettere, Torino 1986
Piera Zumaglino, donna straordinaria, dotata di un’ intelligenza e una cultura grandissime, che univa l’estrema libertà intellettuale al rigore e alla coerenza, è stata una delle figure più significative della Casa delle Donne e del femminismo torinese.
Piera nasce a Cortemilia (CN) il 17 dicembre 1942 e vive tutta la sua vita a Torino, tranne le estati che, per molti anni, trascorre nella casa di famiglia a Cortemilia.
A Torino compie i suoi studi e consegue la laurea in lingue e letterature straniere presso la Facoltà di Magistero, con una tesi su “Re Lear” di Shakespeare.
Scrittrice e giornalista, nella sua giovinezza collabora al quotidiano La Gazzetta del Popolo e al periodico Il Nostro Tempo.
I suoi molteplici interessi culturali spaziano dalla storia, sua principale passione, all’antropologia, alla sociologia, dalla psicologia alla letteratura. E’ una lettrice appassionata e onnivora: dai saggi di storia, antropologia, psicologia e sociologia alle tragedie classiche, dai gialli alla fantascienza e ai fumetti di Topolino e di Tex Willer.
Agli inizi degli anni Settanta comincia a frequentare i gruppi del femminismo radicale, in particolare Alternativa femminista e da allora, fino alla sua scomparsa, il 4 gennaio 1994, è instancabilmente attiva all’interno del movimento femminista.
Grazie alla sua grande capacità e tenacia nel tessere e insieme mantenere le relazioni, diventa una figura centrale e un riferimento intellettuale e operativo per il movimento, in una dimensione che si è estesa al di là confini cittadini e italiani.
Nel 1978 fonda il Bollettino delle donne, inizialmente un foglio di notizie, di collegamento e di scambio di esperienze tra i diversi gruppi femministi e che successivamente, per quasi un decennio, diventa un vera rivista del movimento, di cui rispecchia i temi, i dibattiti e le vicende.
In seguito, quando nasce la Casa delle Donne, Piera ne diventa sostenitrice e animatrice insostituibili.
Nel 1983 è una delle promotrici di Produrre e Riprodurre, primo Convegno Internazionale delle donne dei Paesi industrializzati su donne e lavoro. A seguito del convegno fonda, insieme con altre, l’Associazione Produrre e Riprodurre, Centro di documentazione e comunicazione tra donne.
Nel 1986 contribuisce all’organizzazione del Convegno nazionale dei Centri di documentazione e di Ricerca delle donne (Le donne al centro, Siena, 1986), dal quale nasce, anche a sua opera, un Coordinamento italiano dei Centri delle donne.
Europeista convinta, promuove l’adesione di Produrre e Riprodurre di Torino e di altre città italiane alla Coordination Europeenne des Femmes (European network of Women). Con il Network organizza a Torino una giornata nazionale (Donne povere nell’emisfero ricco, ottobre 1988), preparatoria del Tribunale europeo sulla povertà delle donne che si tiene a Bruxelles nel novembre 1988. Nel febbraio 1992 è una delle organizzatrici del Convegno Pari opportunità per il lavoro di cura: prospettive europee.
Negli ultimi anni partecipa con l’Associazione Produrre e Riprodurre alle nuove attività di ricerca del gruppo Donne e sviluppo, che sostiene allora i primi nuclei di autorganizzazione economica e sociale di donne immigrate e sta avviando il progetto del Centro Interculturale delle donne Alma Mater.
Nel 1991 illustra nella pubblicazione omonima l’attività de “La Nuova Africa”, organizzata dal Reseau A 1841, in relazione ad alcuni Corsi di formazione alla piccola impresa per donne tenuti al BIT (P. Zumaglino, A. Garelli, “La nuova Africa: un laboratorio di solidarietà femminile”, ed. Reseau A 1841, 1991)
In contemporanea all’assiduo impegno nel movimento delle donne, la grande sensibilità e la passione per la storia, in particolare per quella delle donne, la portano ad adoperarsi costantemente per preservare dalla dispersione i documenti che vengono prodotti. Raccoglie e conserva così una grande quantità di documenti non solo inerenti all’ambito torinese, ma anche a diversi altri contesti con i quali intrattiene rapporti. Frutto di questa preziosa opera di conservazione è il Fondo Piera Zumaglino, da lei lasciato simbolicamente in eredità a tutte le donne.
Il nucleo principale del Fondo Zumaglino costituisce la fonte da cui muove la sua lunga e appassionata ricerca per la ricostruzione storica della nascita e dello sviluppo del movimento femminista a Torino.
Femminismi a Torino, il lungo saggio a cui si dedica per molti anni a partire dal lavoro di raccolta di testimonianze orali condotto con altre donne del Gruppo Storico, viene pubblicato postumo nel 1996 nel volume omonimo, per l’editore Franco Angeli.
A leggere i resoconti di ricerche in corso sulla storia di un borgo torinese, di un villaggio del Mezzogiorno o di una zona alpina, venivo presa da una commozione strana che pareggiava quella destata in me dalle ricerche sulla storia delle donne: contadine, domestiche, dirigenti, insegnanti. Mi veniva inmente quello che aveva significato per me avere una mia storia, per quanto mitica, cui rapportarmi e mi chiedevo quali guasti non produca l’esserne privi, essere ignari del proprio passato e dell’avvenire, “chiuse monadi”. Non solo come donne. Che una storia delle donne si avesse a fare, a partire da quella che noi stesse stavamo scrivendo nei fatti, è una mia vecchia convinzione.
Piera Zumaglino, in “Alle prese con antiche lealtà: divagazioni sui bollettini di storia orale”,
Bollettino delle Donne, n. 0, marzo 1982