Facciamo nostro un appello che è già stato sottoscritto da più di 40.000 donne.
“L’offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta – ha raggiunto livelli intollerabili. […] Con l’oscena proposta di moratoria dell’aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere. Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione.
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Pretendiamo una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l’autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. […] Se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l’obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto;
- va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza;
- va reso semplice e veloce l’accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie;
- va introdotto l’insegnamento dell’educazione sessuale fin dalle elementari;
- vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate;
- vanno rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).
Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.”
UN 8 MARZO DI LOTTA DELLE DONNE
Anche a Torino scendiamo in piazza per affermare l’autodeterminazione delle donne
CORTEO da piazza Vittorio Veneto angolo via Po
Sabato 8 marzo 2008 ore 15
Donne in nero – Casa delle Donne di Torino
f.i.p. 29.02.08